3 Maggio 2024

Nell’ambito della residenza teatrale LE IDI DI GIULIA prevista nel mese di Marzo, Sala Ichòs ospiterà quattro differenti spettacoli di Giulia Lombezzi.

La giovane autrice milanese ritorna a Sala Ichòs per il terzo anno e questa volta si farà letteralmente in quattro, portando in scena quattro differenti lavori di cui è autrice e curando la regia di due delle quattro messe in scena.

 

Si comincia il 2 marzo con Un Capitano. Duecento mila chili sulle spalle (in replica fino al 4 marzo), scritto da Giulia Lombezzi e Amr Abuorezk, interpretato da Ivano Russo, per la regia di Eleonor Gusmano. Lo spettacolo ripercorre la vera storia di Amr Abuorezk, che ha 21 anni nel 2006, tenta la traversata per mare dalla Libia all’Italia e, resosi conto dell’incapacità degli scafisti di guidare la barca, decide di mettersi al timone e di prendersi la responsabilità di 144 uomini.

 

Il Mezzogiorno.info, Media partener di Sala Ichòs per la stagione 2017/2018, intervista Eleonor Gusmano, la regista di Un Capitano. Duecento mila chili sulle spalle.

 

Come mai ha deciso di mettere in scena questo testo di Giulia Lombezzi e quale elemento di questa storia la colpisce di più?

Proprio come Amr anche io mi sono ritrovata alla guida di una barca senza nemmeno rendermene conto, ero a casa di Giulia a Milano due anni fa, e stavamo lavorando alla messa in scena de “La durata di un inverno” (secondo spettacolo in cartellone) e parlando con lei, mi ritrovai a leggere questo testo e rimasi molto colpita dalla vita che ne era sprigionata. Non ho visto solo la storia di un migrante, ma quella di tutti noi e la nostra ambizione, la necessità e la paura di superare i limiti, la solitudine e il coraggio. Gli aspetti della sua avventura su cui ho voluto soffermarmi sono stati l’inaspettata occasione per un ragazzo qualunque di diventare in pochi minuti un “eroe” responsabile di se stesso e della vita di altre persone, il sentore di incompletezza che l’ha portato ad abbandonare un futuro certo di “triglie seppie gamberi e sgombri” come marinaio nel suo paese natio e a mettersi in viaggio per ricercare la sensazione di essere invece “tutto intero nello stesso posto” e la difficoltà e allo stesso tempo necessità per ognuno di noi di rimanere in contatto con il proprio mondo sommerso, di memorie, sogni e speranze.

Con l’attore Ivano Russo su quale aspetto vi siete concentrati di più e come avete lavorato?

Il lavoro con Ivano è stato molto lungo e denso. Siamo partiti da un percorso di improvvisazione, in cui partecipò anche la stessa Giulia, sperimentazione su alcune parole chiave e concetti, immagini che ci avevano colpito più del testo per trovare il modo di farli nostri e avvicinarci alla storia di Amr nel modo più organico possibile. La costruzione del personaggio è avvenuta lentamente incorporando l’umanità generosa di Ivano alle parole del testo. Non ci siamo ispirati al carattere del protagonista reale, ma abbiamo creato un unicum dato dall’incontro dell’attore che lo interpreta, con la storia con cui era tenuto a confrontarsi. Alcune tracce di quel primigenio lavoro sono tutt’ora presenti nello spettacolo definitivo. Il Premio Scenario e il confronto con la Giuria e le altre compagnie ci ha permesso di rielaborare ogni volta in maniera nuova alcune intuizioni, come anche il confronto con il musicista Alessandro Romano (Lorco) qui alla nostra prima collaborazione, che da subito ha partecipato attivamente al lavoro proponendo con la sua musica elettronica e sperimentale il dialogo di cui avevamo bisogno.

 

Qual è la particolarità maggiore della sua messa in scena e quanto si è discostata dal testo originale di Lombezzi?

Con Giulia diciamo sempre che i nostri approcci al lavoro si compensano e si completano. Per questo credo di poter dire di non essermi discostata per nulla dal suo testo, per quanto non abbia seguito pedissequamente un’ambientazione naturalistica, come è più del teatro di narrazione. Ho tentato invece di valorizzarlo proponendo una messa in scena onirica e visionaria, in cui il mondo emotivo del protagonista espresso nel testo, diventasse l’ambiente in cui l’attore si muove nel corso dello spettacolo, in cui prova a fare ordine facendo venire alla luce ciò che è rimasto sommerso: le paure non dette, gli oggetti che l’hanno accompagnato, i ricordi che porterà sempre con lui diventando il suo bagaglio di vita.

Questo testo nasce da un racconto che lo stesso Amr Abuorezk ha distillato nel corso di vari incontri alla drammaturga, e questo scambio di testimone risultava molto visibile nel testo; da questo si è sviluppata anche la necessità scenica di sottolineare l’importanza del tramandare storie, infatti è lo stesso Ivano (attore in scena) a discostarsi in alcuni momenti dal fluire degli eventi per proporsi come primo testimone a cui questa storia è stata raccontata per poi interpretarla.

“Un capitano. Duecento mila chili spalle” è tratto dalla vera storia di Amr Abuorezk. Amr ha visto il suo spettacolo?

No, purtroppo non è ancora stato possibile e ci dispiace moltissimo.

Sono davvero curiosa di averlo tra il pubblico anche se è come se fosse stato sempre con noi durante il lavoro di preparazione; per questo sono emozionata di confrontarmi davvero e dal vivo con lui, di spiare le sue reazioni e ascoltare le sue parole. Sarà molto importante per me.

Cosa si aspetta dal pubblico partenopeo?

Aprire la rassegna di Giulia Lombezzi alla Sala Ichos è un grande onore per noi: lo spettacolo è ancora fresco di novità e l’attore che lo incarna è di Marcianise, vicino Napoli per cui credo non ci sia posto più giusto per essere accolti. E poi Napoli ci ha sempre accompagnato in questo percorso di lavoro, abbiamo iniziato proprio qui nel luglio 2016, con una residenza artistica all’ex Opg JE SO’ PAZZO, la semi finale del Premio Scenario si è tenuta nella sala grande del Teatro Bellini, e la prima prova aperta dello spettacolo integrale ancora una volta è stata all’ex Opg, dove i ragazzi che lo gestiscono ci hanno accolto davvero fraternamente e abbiamo avuto un ottimo riscontro di pubblico.

 

Sala Ichòs

Via Principe di Sannicandro 32/A – San Giovanni a Teduccio (NA)

Fermata metro linea 2: San Giovanni a Teduccio – Barra

Lo spazio è dotato di ampio e gratuito parcheggio.

Info e prenotazioni: 335 765 2524 – 335 7675 152 – 081275945 (dal lunedì al sabato dalle 16 alle 20 – domenica dalle 10 alle 17)

 

Attivo per il pubblico di Sala Ichòs il servizio gratuito Vai a teatro in navetta! L’autobus preleverà gli spettatori a Napoli il sabato alle ore 19:45 e la domenica alle 18 a piazza Borsa (adiacenze fermata metropolitana) e li accompagnerà nello spazio di San Giovanni a Teduccio. Garantito anche il ritorno, con destinazione finale sempre piazza Borsa. Il servizio è gratuito ed è possibile effettuare la prenotazione (sempre durante la settimana, entro e non oltre le ore 12 il sabato e la domenica), tramite whatsapp al numero 329 6264 545, indicando il cognome e il numero di passeggeri.

Giorni e Orari: dal 2 al 4 marzo Un Capitano. Duecento mila chili spalle; venerdì e sabato ore 21 e domenica ore 19

 

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